Raccontare storie d’impresa attraverso la letteratura, il teatro, il cinema e le arti visive. Questa è la «mission» alla base della prima edizione della Biennale dei Racconti d’Impresa, ideata e organizzata dal Club delle imprese per la Cultura di Confindustria Bari e BAT, con il patrocinio dell’Università degli Studi di Bari «Aldo Moro» e del Comune di Bari, e il sostegno di numerose aziende private aderenti al Club.
La prima edizione della Biennale dei Racconti d’Impresa – BRI si svolgerà da venerdì 29 ottobre a sabato 6 novembre a Bari e avrà come tema principale le «Relazioni». Un termine dai molteplici significati e che investe una parte fondamentale delle attività di un’impresa: le relazioni all’interno dell’azienda, e quelle all’esterno, con fornitori, clienti, sindacati e comunità locali. Senza dimenticare le relazioni con il proprio tempo, l’innovazione e il cambiamento, ma anche con la storia e la fedeltà ad un’idea originaria.
Le prime tre giornate si svolgeranno all’interno del Teatro Kismet, dove andranno in scena due spettacoli e un laboratorio teatrale. Venerdì 29 ottobre, alle 21, si inaugura con «Talenti per l’impresa Reloaded», tre atti a cura di Ettore Chiurazzi (coordinamento autori) e Augusto Masiello (regia). Tutto nasce nel 2010, quando il Club delle Imprese per la Cultura di Confindustria Bari e BAT indagò su cosa fosse il talento e la creatività nelle imprese, chiedendo a giovani autori di scrivere una breve storia poi messa in scena da compagnie teatrali esordienti. Adesso gli stessi autori e attori, ormai affermati nel panorama nazionale, si cimentano in nuove storie e messe in scena, per narrare tre aziende pugliesi guidate da donne.
Si tratta de «Il Passaggio» di Nicola Lagioia (ispirato a Oropan), «Il messaggio nella bottiglia» di Francesco Marocco (ispirato a Valentina Passalacqua), «Una questione (es)catologica» di Carlo D’Amicis (ispirato a Ondapack). In scena tre mise en espace, rispettivamente di Licia Lanera, Roberto Corradino e Arianna Gambaccini.
Sabato 30, alle 21, toccherà alla pièce di e con Laura Curino «Partita doppia»: un dialogo immaginario e a più voci tra imprenditori, che in epoche e in situazioni geograficamente e culturalmente diverse, hanno cercato di coniugare la dimensione del profitto economico con la creazione di un benessere sociale e ambientale per tutti.
Domenica 31, dalle 10 alle 12, sarà la volta di un laboratorio teatrale per imprenditori sulle tecniche della narrazione, intitolato «Le parole per dire ciò che ancora non c’è», a cura di Laura Curino (rivolto a 30 imprenditori, di cui 20 riservati a soci del sistema Confindustria). Chi lavora, chi crea, chi intraprende, occupa tutto il proprio tempo e la propria energia nell’atto del pensare e nella pratica del fare. Spesso non resta tempo per definirsi e trasmettere l’intensità dell’esperienza, il valore delle proprie prassi. Ci sono momenti in cui sentiamo di avere intuizioni potenti, che vanno oltre la modernità, che sono oltre l’avanguardia, ma come trovare le parole per dirlo? Laura Curino spiegherà in due ore come concentrarsi per catturare ciò che non sappiamo di sapere. Due ore per provare ad afferrare i propri desideri di futuro. E scoprire quali prassi mettere in atto per trovare il filo di qualcosa che ancora non c’è.
Dal 2 al 4 novembre, con inizio alle 18,30, il focus di BRI si sposterà alla Libreria Laterza con «Letteratura d’Impresa», tre incontri con gli autori e i protagonisti di libri sulle vicende di altrettante imprese meridionali. Uno sguardo originale attraverso il racconto dell’avventura umana e professionale di uomini e donne ideatori di progetti imprenditoriali innovativi, che partendo dalla provincia del Sud Italia, si sono imposti a livello nazionale e internazionale.
Martedì 2 si parte con «Cosa vuoi di più dalla vita?» (Ed. Rubettino), la storia di Amaro Lucano a cura di Francesco Vena e Emiliano Maria Cappuccitti (dialoga con gli autori la giornalista Anna Puricella).
Mercoledì 3 è la volta di «Costruito in Italia. L’arte di innovare» (Ed. Adda), incentrato sulla Petrone Oleodinamica di Gravina. Con gli autori Antonio Prota e Flavio Roberto Albano, dialoga il giornalista Onofrio Pagone.
Giovedì 4 tocca a «Attilio Mastromauro e la sua straordinaria impresa. Storia della Granoro» (Ed. Laterza) di Enrica Simonetti. Con lei dialogano Daniela e Marina Mastromauro (del Pastificio Granoro) e Carla Ortona (consulente della casa editrice Laterza).
Venerdì 5 novembre, alle 19, nel Centro Polifunzionale Studenti (Ex PalaPoste) si inaugura la mostra sui 120 anni della casa editrice Laterza «Constanter et non trepide»: al vernissage intervengono Annastella Carrino e Alessandro Laterza, con l’introduzione di Mariella Pappalepore.La mostra, attraverso un percorso espositivo articolato, ricostruisce la storia della Casa Editrice fondata da Giovanni Laterza a Bari nel 1901. Dal sodalizio con Benedetto Croce, al nuovo corso impresso da Vito Laterza negli anni Cinquanta; sino alle nuove tendenze del presente espresse da Alessandro e Giuseppe Laterza attraverso una continua attenzione all’innovazione. La mostra sarà visitabile dalle 9 alle 19, tutti i giorni, fino al 20 novembre.
Quanto alla sezione «Cinema d’Impresa», a cura di Mariella Pappalepore e Silvana Kuhtz, il 5 novembre l’appuntamento è all’AncheCinema, con una piccola maratona filmica dedicata alle storie vere, alle biografie, ai racconti di un mondo vicino alla quotidianità del mondo delle imprese. Tre film mainstream e tre storie di imprenditori pugliesi, che dal vivo racconteranno anche la propria vicenda imprenditoriale, prima della visione. Alle 16, si parte con la proiezione di «Joy» di David O. Russell (2015); alle 18,30 «Adidas vs Puma», di Oliver Dommenget (2016), e alle 21 «Kinky Boots – Decisamente diversi», di Julian Jarrold (2005).
Sabato 6 novembre, sempre ad AncheCinema, sarà la volta dei «Videoracconti d’impresa»: a partire dalle 17, con la presentazione di Antonio Stornaiolo, in proiezione tre mediometraggi realizzati tra il 2020 e il 2021, con videomaker che hanno incontrato tre imprese durante il lockdown. Raccontando come hanno affrontato il cambiamento, insieme ad attese, paure e speranze. Sono i lavori di Marco Pezzella (e la storia di riconversione di MBL Solutions), Marisa Vallone (e le vicende durante la pandemia di Masmec), e Antonello Pellegrino (con l’organizzazione ibrida di Bosch TDI Italia).
A seguire, si svolgerà la premiazione del contest «Raccontami una storia», competizione letteraria organizzata dalla Biennale sui racconti d’impresa per giovani autori, in collaborazione con gli youtuber «Docety» e «Quei Due Sul Server». Il contest offre ai giovani partecipanti l’opportunità di esprimere la propria visione sul mondo dell’impresa attraverso l’arte del raccontare, un’occasione per valorizzare la loro prospettiva, per raccogliere idee, suggerimenti, progetti e avvicinarli a questo mondo tramite un’esperienza creativa e di crescita personale.
«Ci si potrebbe chiedere – afferma il presidente di Confindustria Bari e BAT Sergio Fontana – perché gli imprenditori abbiano interesse alla promozione di una manifestazione culturale gratuita come la Biennale dei Racconti d’Impresa. La risposta è che la cultura fa crescere l’economia. La prova è che i Paesi in cui si legge di più, dove si spende di più per la cultura e dove la scolarizzazione è più elevata, non solo vantano maggiore progresso civile e democratico, ma anche una maggiore crescita economica».
«Questa prima edizione della Biennale dei Racconti d’Impresa – dichiara la coordinatrice Mariella Pappalepore – rappresenta per il Club delle Imprese per la Cultura di Confindustria Bari e BAT che ho l’onore di guidare, un traguardo importante. Un punto programmatico centrale del mio mandato era fin dall’inizio quello di legare il nome del Club a un’iniziativa che durasse e si rinnovasse nel tempo a favore del territorio. La Biennale si ispira alle iniziative delle grandi istituzioni culturali nazionali ed internazionali, che le imprese grandi e piccole che fanno parte del nostro Club, riescono ad emulare con uno sforzo collettivo, unendo le forze in un progetto comune per la città».
«La narrazione rappresenta una delle forme di comunicazione più efficaci – evidenzia il prof. Giuseppe Pirlo, Delegato alla Terza Missione dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” – per raccontare il proprio vissuto personale e comunitario. Utilizzare la narrazione per comunicare le storie d’impresa particolarmente virtuose della nostra realtà, rappresenta non solo un modo di mettere a valore la generatività del nostro territorio, ma anche un’occasione per fare della cultura d’impresa consolidata un’occasione di riflessione per meglio agire in futuro. Sia come Università che forma e supporta nei processi di ricerca e sviluppo le stesse aziende, sia come sistema territoriale che è chiamato ad essere sempre più capace di dialogo, e sempre più attento ai bisogni di ciascuna realtà del tessuto territoriale e sociale di cui siamo parte».
«Ricordo ancora con memoria viva – spiega l’Assessore alle Politiche Culturali e Turistiche del Comune di Bari Ines Pierucci – l’anno 2011, quando presentammo la pubblicazione “Talenti per l’impresa”, che raccoglieva cinque racconti di altrettanti scrittori su storie d’impresa nate nella nostra terra. Allora inaugurammo con il Club delle imprese per la Cultura di Confindustria Bari e BAT una nuova narrazione del mondo imprenditoriale pugliese, traslandone il racconto da un piano più tecnico ad uno letterario. In occasione del decimo anniversario di questo progetto, che ho avuto la fortuna di conoscere dal principio, collaborando alla sua realizzazione, credo perciò di poter dire che molta strada è stata fatta, a partire da quella suggestione cresciuta fino a diventare una rassegna, capace di rinnovarsi nel tempo con nuovi linguaggi e nuovi autori, chiamati a misurarsi con questo particolare storytelling».
Tutti gli appuntamenti in programma sono gratuiti, con prenotazione e green pass obbligatorio (tutti i dettagli, evento per evento, su www.biennaleraccontiimpresa.it, dove è anche possibile prenotarsi).